martedì 16 luglio 2013


Ad ogni possibilità di incontrare un relitto, o qualsivoglia segno di cadaverina fluttuante, i Gigli scattavano in piedi, senza distinzione di razza, sesso, età o religione; sull'attenti come ad una parata, i loro colli erano d'un tratto protesi, tanto che un amante dei cataloghi avrebbe gioito per quell'offrirsi, in perfetta unisono, di una serie di carotidi, variabilmente nerborute o esili, lisce o venose, secche o sudate, bianchicce o brunite, tutte impegnate nello zelante allungamento.
Dietro la chiglia del battello solo una vedova, o forse Vedova perché era lì a significar qualcosa (ma cosa poi?) restava seduta. Teneva lo sguardo basso sui suoi alluci laccati del colore della prugna e pareva rivolgere loro la formula,  bisbigliata e ininterrotta, « io mi scuso»...







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