e non volevamo neppure renderci conto della bruttura nascosta in ogni cosa, e in noi per primi: le viscere palpitavano dentro i nostri corpi lisci e bianchi, le nostre carni erano inzuppate, fibra per fibra, dal sangue acre, e fra il gran travaglio del cuore e dei polmoni, orridamente si corrompevano nel nostro ventre i cibi più delicati.
e le immagini dei poeti ci dipingevano senza mutamento le delizie della primavera, questa stagione infestata quasi ogni giorno dalla pioggia e dal vento.
Uscito dal Circo,
rimanevo più che mai scoraggiato; nulla mi pareva avvilente nel mondo, e triste, disumano, quanto la finzione del riso e dell'entusiasmo.
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