mercoledì 10 aprile 2013



In una vetrina dei Pfeiffer erano esposte alcune dozzine di poesie di Al., ma l'autore preferisce passarle sotto silenzio: non una, nemmeno un verso si avvicinava anche solo lontanamente alla forma espressiva di quelle di Ehrard Schweigert. Dopo aver interrotto le «esercitazioni pratiche», Al. si gettò «con slancio geniale» (Pfeiffer sen.) su una professione che probabilmente riusci' fatale al suo carattere già di per sé debole: volle far l'attore. Alcuni successi in una filodrammatica, dove interpretò la parte del protagonista nel Leone delle fiandre, hanno lasciato nella vetrina dei Pfeiffer tre ritagli di giornale in cui Al. miete «elogi incondizionati»; fino a tutt'oggi i P. non hanno notato che si tratta sempre dello stesso critico, che scriveva per tre diversi fogli regionali e sotto tre iniziali diverse; le critiche sono identiche, tranne piccole varianti (invece che «incondizionati» si legge una volta «senza riserve», un'altra «incontestabili»). Le iniziali sono B. H. B., B. B. H. e H. B. B. Naturalmente anche la professione di attore falli' perché gli altri non compresero l'«intuizione» di Al., oltre che per l'invidia della sua «bellezza» (signora P.).
Tra le reliquie di cui i P. vanno piu' fieri ci sono alcune pagine di prosa stampata che, un pò ingiallite, dentro una cornice d'oro, ornano il piano superiore della vetrina e furono mostrate all'autore dalla signora P. con la frase: «Veda un pò, stampato, non mi dica che non aveva talento, e poi quello che si sarebbe potuto guadagnare». (Questa mescolanza di altissimo idealismo e di crasso materialismo è tipica dei P. L'autore).



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